È un viaggio nella Cina del 27esimo secolo a.C. a cambiare le sorti del mondo tessile, quando la fortuita scoperta di un baco conduce alla creazione di uno dei filati più preziosi e ambiti nel mondo della moda. Come? Lasciamoci guidare dalla poesia di una storia che ha per protagonista l’imperatrice Xi Ling Shi. Fu proprio lei a notare per prima, durante una passeggiata, il piccolo bozzolo da cui si genera la magia. Bastò un tocco, si dice, affinché uno dei suoi filamenti le si avvolgesse attorno al dito grazioso.
Da quel momento misterioso e intimo, la produzione di tessuti in seta spopola in Cina, che decide però di mantenere la sericoltura un segreto da non condividere per molti imperi. Ma nessun segreto resta tale a lungo, tant’è che l’Europa fa presto a sfiorare la sofficità dei bachi con la stessa meraviglia dell’imperatrice Xi Ling Shi e a non resistere al suo fascino.
Oggi, dopo secoli –se non millenni– di sperimentazioni sui telai, la realizzazione di stoffe in seta riempie gli scaffali dei negozi e le passerelle di tutto il mondo con un tocco di raffinatezza senza tempo. A distinguerla dagli altri tessuti, la morbidezza con cui scende sul corpo di chi la indossa e l’eleganza insita nella sua natura.
Non è un caso, del resto. La seta proviene dal bozzolo del baco, il quale viene sottoposto a lavorazione prima che si trasformi in farfalla. Da questa, tuttavia, sembra prendere la leggerezza e l’innata capacità di attirare lo sguardo di chiunque vi posi sopra lo sguardo. È per questo motivo che indossare un accessorio in seta, o un vestito, o una camicia, o qualsiasi altro pezzo d’abbigliamento è capace di donare all’outfit quel nonplusultra difficile da imitare altrimenti. Non si dimentica tanto presto chi sa indossare la seta!
Se dico seta, so bene a cosa pensi: lingerie, sottovesti, abiti dal taglio morbido e sensuale. E, se dico accessori, qual è invece la prima associazione? Personalmente partirei dalle sciarpe, non perché il titolo dell’articolo me lo impone ma perché vorrei sentirmi un po’ Audrey Hepburn e saper portare un tessuto così elegante con lo stesso stile. Dubito che ci riuscirei, ma una folata di vento e una botta di autostima forse farebbero al caso mio.
La verità è che le sciarpe in seta hanno molti vantaggi, che prescindono dalla pura e semplice vanità –anche se trovo che non ci sia nulla di male ad assecondare questo bisogno di amore verso se stessi. Sta nelle caratteristiche del tessuto e nella capacità di dialogare con la pelle il tratto principale che la rende un filato perfetto per stare a contatto con il collo, non solo nelle mezze stagioni.
Mettendo insieme queste informazioni, è facile comprendere perché il consumatore sia indotto all’acquisto di una sciarpa in seta: il costo è più alto sul momento, certo, eppure nel lungo periodo il guadagno è garantito dalla qualità del prodotto. Senza considerare i benefici per la pelle e la possibilità di adattarne l’uso per tutta la durata dell’anno.
Un’informazione interessante, che potrebbe aggiungere un quid pluris a questo filato per gli ecologisti –e più in generale per chi mostra un interesse verso l’impatto ambientale della produzione tessile–, è che la seta è ecosostenibile. Trattandosi di una fibra naturale, essa è al 100% riutilizzabile e riciclabile.
Audrey Hepburn di tutto il mondo, siete pronte a sfilare per la città con la vostra sciarpa in seta, anche nel periodo delle allergie?