È difficile pensare che possa esistere un manufatto semplice come una sciarpa in grado di attraversare la storia, senza mutare sostanzialmente forma, rimanendo un accessorio protagonista dell’abbigliamento sia maschile che femminile. Un accessorio che ha attraversato non solo la storia, ma anche le classi sociali assumendo via via valori e significati diversi nella moda, nella religione e nelle diverse forme di potere. Le calze, la biancheria intima, le scarpe e persino i gioielli non hanno avuto la stessa influenza: forse solo il variegato e simbolico mondo dei cappelli può reggere il confronto. Ma anche in questo caso il cappello “pecca” di complessità: per fare un cappello ci vuole un'abilità artigianale non comune. E invece per la semplice sciarpa basta un semplice pezzo di tessuto, pregiato o no.
La storia ci dice che furono gli egizi i primi ad utilizzare la sciarpa come un elemento di abbigliamento costantemente presente nel loro “armadio”. Il celebre e celebrato abbigliamento della più famosa tra le sovrane egizie, la regina Nefertiti, comprendeva le sciarpa come accessorio irrinunciabile.
Ma anche con questi epici precedenti storici è difficile pensare che fin dagli albori della storia del tessuto una striscia di manufatto non fosse utilizzata per proteggere la gola dal freddo, la testa dalla pioggia quando per confezionare una sciarpa non c'è bisogno di alcuna capacità sartoriale.
Ancora più diffuso fu l’uso della sciarpa in epoca romana, usata come tessuto per tergere il sudore durante il lavoro e in seguito diventando parte integrante della divisa del legionario e in alcuni casi dell’abbigliamento dei cittadini. L’uso della sciarpa in ambito militare era diffuso anche in estremo oriente. Se ne trova testimonianza nelle statue del cosiddetto esercito di terracotta collocato nel mausoleo del primo imperatore Qin, nei pressi del capoluogo dello Shaanxi, la città di Xi'an. Si tratta di un vero e proprio esercito funerario di statue a grandezza naturale realizzato tra il 246 e il 206 a.C. e destinato a servire il primo imperatore cinese Qin Shi Huang nell'Aldilà.
In oriente le sciarpe e gli scialli di tessuti preziosi divennero corredo i sovrani e principi e venivano donati come segno di distinzione. Alla metà del cinquecento il sovrano fondatore dell'Impero Mughal in India, Babur, stabilì la pratica di concedere ai suoi favoriti il khilat o "vesti d’onore” capi di abbigliamento in tessuti pregiati. Il khilat era concesso ai membri della corte (chiamata durbar) per onorare un lungo e onorevole servizio, un grande risultato, o in generale, per dimostrare il favore reale. Nei primi tempi, il khilat era costituito da un insieme di vesti, che includeva un turbante, un cappotto lungo, un abito, una giacca aderente, una fascia, uno scialle, pantaloni, una camicia e una sciarpa. Uno o tutti questi potevano essere in tessuto pashmina e ricamati con fili dorato.
La sciarpa, un accessorio molto vicino al volto di chi la porta, è giocoforza un elemento sempre più protagonista e simbolico nell’abbigliamento comune, in quello da cerimonia e anche in quello religioso. Ed è ancora a partire dall’Egitto che la sciarpa viene rilanciata come accessorio di moda. Si racconta che, di ritorno dalla sfortunata campagna d’Egitto, Napoleone Bonaparte abbia regalato a sua moglie Josephine de Beauharnais una sciarpa di pashmina. Sebbene all'inizio fosse perplessa riguardo a questo regalo esotico, si dice che abbia raccolto oltre 400 sciarpe nei successivi 3 anni.
La sciarpa dunque percorse il corso della storia assumendo varianti che in ogni caso non si discostavano granché dal semplice lungo rettangolo di stoffa. L’ambito militare, poi ha cominciato ad influenzare la moda di tutti i giorni. La costante ricerca di capi che siano significativi, belli e anche funzionali ha reso proprio questo ambito una fonte inesauribile di ispirazione per gli stilisti e gli stilosi. Basti pensare a capi come il montgomery, il bomber, gli alamari, il camouflage. Anche in questo caso, entrata prestissimo, come si è visto, nell’abbigliamento standard del soldato era naturale che prima o poi anche il mondo militare se ne appropriasse con una propria versione. Un importante sviluppo della sciarpa si ha quando, durante la Guerra dei trent'anni (1618-1648), i mercenari croati della frontiera in servizio in Francia, presero ad indossare i loro tradizionali piccoli foulard annodati al collo, di seta per gli ufficiali di alto grado e in cotone per i soldati di rango più basso. In seguito, tali soldati, servendo da mercenari in altri eserciti, diffusero l’uso della sciarpa “alla croata” diventando talmente familiare che ciascun paese ne adattò il nome mutandolo in cravate in francese, corbata in spagnolo, kravatte in tedesco e infine cravatta in italiano. Ed ecco nato un altro accessorio assolutamente irrinunciabile in moltissimi momenti di un uomo e in alcuni casi anche di una donna. La moda parigina se ne accorse in breve tempo e la cravatta divenne popolare tra uomini e donne, fino a diventarne una vera e propria mania. Cittadini di ogni rango facevano a gara ad indossare piccole sciarpe, cravatte, jabot con nodi e modalità sempre più originali, fantasiose e spesso molto complicate.
Un capitolo a parte meriterebbero le svariate modalità con le quali questo “abbigliamento da collo” viene indossato. Il modo di portarli per esempio è da tempo codificato. Lo scialle e le sciarpe slegate, abbandonate sulle spalle come simbolo di un intellettuale non chalance, mentre i nodi come dettaglio ulteriore di eleganza. Ad esempio la sciarpa si può portare con un nodo ascot, simile a quello della cravatta o il semplice ed elegante nodo alla parigina adatto a sciarpe medio lunghe. Per l’inverno più rigido c’è invece il nodo scalda busto che dopo essere passata intorno al collo la sciarpa si apre sul busto, e viene legata dietro ad altezza lombare per fungere da ulteriore “coperta” per gli spifferi più insidiosi. E per i giorni veramente molto freddi c’è anche l’opzione del doppio incrocio che protegge quasi ermeticamente il collo e la cervicale.
Come nota di curiosità si può accennare al fatto che la sciarpa è anche stata protagonista (e arma) di delitti famosi, veri o immaginari e di un incidente tragico e incredibile che tolse la vita a quella che al tempo veniva considerata la più grande ballerina di tutti i tempi. Innamorata dell’abbigliamento fatto di veli e di grandi tessuti Isadora Duncan usava indossare spesso lunghe sciarpe.
La sera del 14 settembre del 1927, sulla Promenade des Anglais a Nizza, sulla costa Azzurra, alla grande danzatrice venne offerto un passaggio dal pilota Benoît Falchetto sulla sua Bugatti. Lei accettò subito. Partendo salutò gli amici dicendo:“Je vais à l’amour”. “Vado a innamorarmi”. Ma durante il viaggio la sua lunga sciarpa di seta si impigliò alla ruota dell’auto, strangolandola consegnandola alla storia con un atto finale spettacolare e unico come era stata tutta la sua vita.